La ciurma giallo-blu è pronta per salpare verso una nuova avventura: direzione sud, mare Adriatico, 19° torneo internazionale di Pasqua! I protagonisti del nostro viaggio si racconteranno attraverso questo piccolo diario giornaliero per condividere con voi, cari e affezionati lettori, i momenti più significativi di questa nuova ed entusiasmante esperienza. A presto!

Giorno 1 

L’avventura è cominciata all’alba delle 8.34 (è vero, sì, per i roveretani un po’ prima) salutando i genitori, visibilmente provati, con una sonora strombazzata del nostro fidato autista Oleg mentre viaggiavamo già sulla corsia sud dell’autostrada. Dopo un paio di ore trascorse in pullman tra chiacchere e risate, il ritiro di materiale illecito da parte degli allenatori, un film che nessuno guardava e una sosta in autogrill per riempire le panze, la ciurma è approdata in viale Colombo, nella ridente Cesenatico, tra lo stupore generale dei più piccini i quali hanno intravisto una cosa blu, grande e che si muoveva come gelatina:”il mare sembra piuttosto solido” ha osservato qualcuno. Siamo al mare, ad aprile, a giocare a basket: come non riempirsi di meraviglia? Dopo il rapido check-in nella sede Eurocamp ci siamo avviati verso la nostra sistemazione, l’hotel Lalla…la la la la come qualcun altro intonava per ingannare l’attesa. Intanto l’Inter ha segnato nel derby col Milan risvegliando l’animo ultras di alcuni dei nostri seduti nelle file in fondo della corriera. Alle ore 13.45 un’onda di entusiasmo giallo-blu ha travolto l’hotel Lalla, precipitandosi nelle stanze tra porte che sbattevano e cose che volavano che manco i gironi dell’inferno dantesco (si fa per dire), ma le nostre api, si sa, sono brave e al primo richiamo di ordine e disciplina sono tornate a vestire i panni di rispettabili civili. Alle ore 14.30 il ritrovo per la partenza verso i campi da gioco: anche questa volta nessuno dimenticato per strada, fiú (respiro di sollievo). Il resto della giornata è trascorso tra una palestra e l’altra, un tour terminato con un tifo scatenato per le nostre guerriere, ultime a giocare. Ore 21.30 finalmente cena in hotel. Vinte o perse (le partite, le scommesse, qualsiasi cosa)  non importa. La giornata è stata lunga e intensa e siamo felici così perché con l’Ape è sempre una festa.

Giorno 2

E se ieri si è fatta l’alba per partire, oggi non ne parliamo: la sveglia infatti era puntata alle 6.30 e a quell’ora è pure suonata. Tanti bei faccini assonnati e sbadiglianti hanno popolato, poco dopo, la sala ristorante dell’hotel per consumare la tanto bramata colazione “d’albergo” quella che tipo mangi anche per tutta la tua squadra e ti porti via pure gli avanzi perché temi di avere il languorino a metà mattina e solo la nonna riesce a competere con un buffet così. Nel frattempo Oleg ci attendeva puntualissimo col pullman rombante pronto a macinare chilometri: queste palestre sono tutte un labirinto! A parte qualche piccolo contrattempo, eccoci: alle 9.00 (9.02 per i neo campioni regionali che si fanno desiderare) chi doveva dei nostri è sceso in campo. Vittoria agile per gli atleti di coach Bianchi, partita partecipata per i ragazzi + Emma (la mitica) di coach Tilotta. Da segnalare l’ilare episodio che ha visto il nostro under 16 Matteo Galli derubato del proprio borsone da parte di qualche inconsapevole e appisolato under 13 sceso alla fermata prima e quindi,  privo del cambio da gioco,  costretto a saltare il match: la mattina presto si perdonano tanti errori. E soprattutto ci si fa una bella risata sopra. Non si è fatto in tempo però a pranzare (e a riderci su) che ci toccava già rimontare in bus. Intanto le temerarie under 16 assieme a coach Burli, dopo una tranquilla mattinata trascorsa in albergo, al mezzogiorno, si trovavano già sperdute in una qualche palestra della riviera romagnola. Oggi a tutti toccava la doppia partita, una alla mattina e un’altra al pomeriggio. La cosa bellissima delle gite fuori porta è che momenti di noia non ce ne sono mai e i nostri piccini hanno sempre tanta fantasia che per le cose che s’inventano ti fanno piegare in due dalle risate. Tra uno sbadiglio e l’altro si sono giocate anche le partite del pomeriggio e le nostre ragazze festeggiavano, a fine giornata, due vittorie su due. Nota di merito ai super genitori degli atleti under 13: attrezzati e sempre presenti per tifare i propri bimbi. Un cielo dalle tinte color sorriso ci ha accompagnati nel rientro serale verso l’hotel e dopo cena si è deciso di fare due passi. Il branco di giovani bipedi si è diretto così, in solitaria, verso il lungomare. In solitaria, appunto, perché nessuno la sera decide di fare una passeggiata a suon di lampi e saette, ma a noi ci andava così. Perciò rinfrescati dalla brezza marina che quasi ci faceva volare via i più leggeri, ci siamo incamminati verso il cuore della tempesta, abbiamo fatto il giro dell’isolato, ci avevano promesso il gelato ma il gelato chi l’ha visto e ci siamo improvvisamente ritrovati in una luccicante e semivuota sala giochi ma di quelle fatte bene con i ticket, i premi, i giochi delle moto, dei canestri, l’air hockey. Una bomba insomma. Non potevamo non giocare di squadra e dopo aver ritirato il nostro trofeo da 1300 punti (un bel cagnolone peluche) ci siamo girati i pollici in attesa che grandine, acqua e qualsiasi altra cosa smettesse di piovere dal cielo. Ci credete davvero? Ovviamente no, bravi. Perciò gambe in spalla e via sotto le intemperie. Comunque siamo tutti salvi. Solo un po’ umidi.

Giorno 3

Passata la bufera mica rimaniamo a piedi? Stamattina il nostro pullman si è arenato chi sa dove con Oleg al comando che con un immediato “mayday mayday” ci ha avvertiti nell’attesa di rinforzi. Intanto la sveglia mattutina è diventata un gioco da ragazzi e appresso, più che i borsoni da gioco, ci portiamo le borse sotto agli occhi ma sempre col sorriso. Soccorse dai mezzi di trasporto di Eurocamp, le squadre si sono divise per raggiungere la fermata ed essere traghettate in palestra, e qualcuno dei nostri sbagliando strada e quindi fermata come sempre. Gli under 16, più fortunati, se la sono cavata raggiungendo il palazzetto a piedi in pochi minuti. “Ah ma la borsa medica è sul pullman” – “Beh ragazzi non fatevi male”. Gli allenatori da noi sono dei tipi pratici. E i ragazzi si adeguano sempre (non che abbiano alternative). Mentre Stefano, il preparatore, ci salutava un giorno in anticipo strappandoci una lacrimuccia, il danno al bus era stato riparato e come nuovo era già pronto per il giro di giostra del pomeriggio: qualcuno però non lo aveva previsto. Nel senso che si giocava al pomeriggio se si vinceva alla mattina e i nostri under 13 mica se lo aspettavano di vincere proprio a Pasquetta. Erano già pronti con l’occhiale da sole e la crema per andare in spiaggia che gli è toccato invece di rimettere i calzoncini da gioco. Però poi hanno lottato alla grande, col coltello tra i denti, anche se alla fine, per due miseri punticini in più, il venticinquesimo posto se lo sono preso gli avversari romagnoli. E quanti pianti in spogliatoio! Gli under 16 si sono portati a casa la nona posizione e tirati su col bus, dopo la disfatta “under tredicina”, si è andati tutti a tifare per lo sperato settimo posto delle ragazze. E lì sì che si è fatto così tanto casino per il tifo che ci volevano cacciare. Dopo la cena il gelato è arrivato per davvero: queste sono le vere vittorie! Il tempo atmosferico ci ha pure graziato. Certo che però questa riviera adriatica è tutta una sale giochi in fila e noi come gli allocchi siamo sempre attratti dalle cose che luccicano, ma questa volta si guardava e non si toccava (più o meno). Al richiamo dei coach eravamo già sull’attenti per tornare in albergo, abbandonando aereoplani e cavalli a gettoni. Ci si è preparati all’ultima notte insieme col solito rito del poker…tanto con gli allenatori si è abituati a bluffare!

Giorno 4 

Stavolta, alla sveglia, il sole era alto nel cielo: le partite per noi sono finite ieri perciò oggi ce la siamo presa comoda. Dopo la solita abbuffata mattutina, ci siamo preparati per la partenza e col baffo di latte ancora sul muso si era già a rovistare nelle camere per racimolare le cose in fretta e furia ché poi si andava in spiaggia. E allora corri qua, corri là, sbatte la porta, sposta il letto, apri i cassetti, e nonostante tutto la ciabatta o la canottiera ce la lasci sempre. Al mare il sole si stiracchiava tra una nuvola e l’altra. I più temerari si sono lanciati in acqua, mentre altri si è dovuti andare a prenderli prima che, una conchiglia alla volta, ci finivano a Ravenna. Questa cosa ci fa sorridere perché per loro quei momenti in cui non si fa nulla diventano un modo per perdersi inconsapevolmente appresso a qualcosa che scoprono e che li incuriosisce. Solo che visti da fuori sembrano persi e basta e si potrebbe stare a guardarli per ore. Salutato l’hotel Lalla, il caro Oleg ci ha scortato in alcune palestre per guardarci qualche finale del torneo. E come non distinguersi con un tifo vero? Un tifo che ci ha legati per 40 minuti ai ragazzi di Bologna che sono riusciti a battere gli avversari laziali più ostici del girone under 16. Una piccola rivincita per l’orgoglio! Il cielo si ingrigiva e alle 14.00 si era pronti sul pullman per tornare verso casa. Se si dicesse che si è messo piede a terra, tra i monti, alle 21.00 ci credereste? Tra code pasquali e salto agli ostacoli sani, salvi e stanchi si è arrivati a destinazione assistiti dal plotone di genitori rincuorati e visibilmente riposati rispetto a quando si era partiti.

È stata una vera avventura, di quelle che non si dimenticano perché si è riso tanto. Le ragazze e i ragazzi sono stati strepitosi: da loro si impara sempre qualche cosa in più. Un pensiero va ad ogni singola persona che ha creduto in questa esperienza e ha permesso che capitasse. Grazie di cuore.

Con affetto,
Apecheviaggia

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